“Perdere l’amore, quando si fa sera, quando tra i capelli un po’ d’argento li colora: rischi d’impazzire, può scoppiarti il cuore”. Così cantava Massimo Ranieri. Che, oggi, potrebbe modificare leggermente il testo, per dedicarlo a Gianni Aledanno: perdere la poltrona da sindaco. Perché gli effetti sono stati identici. La prova arriva da una patetica intervista rilasciata al Corriere della Sera. Aledanno, ottimo ministro dell’Agricoltura e pessimo sindaco di Roma, comunica che non andrà nel recuperato partito di Berlu, Forza Italia in versione aggiornata. Bene, bravo, bis. Anche perché, probabilmente, nessuno si strapperà le vesti pur di farlo rimanere.
Dunque Aledanno sarà tra i protagonisti della creazione del nuovo soggetto politico a destra. A destra? Macché: il sindaco che non ha capito i suoi cittadini vuol diventare il politico che non capisce i suoi potenziali elettori. E vuole un partito di destra che apra al centro. Un destra-centro concorrenziale con il centro-destra di Berlu. Che grande pensata! Che cambiamento epocale rispetto a Forza Italia! Due partiti che pescano nella medesima area, davvero geniale. Perché, precisa il sindaco sconfitto, non si deve tornare al vecchio e superato Msi, ma bisogna ripartire da Fiuggi. Ossia dall’inizio della fine. Si deve creare un partito che abbia come base l’abiura. Che rinneghi la propria storia.
Certo, bisogna guardare avanti. Senza nostalgie bloccanti, senza vuota retorica di gestualità inutili. Ma allora non si deve ripartire neppure da Fiuggi. Si abbia il coraggio di guardare avanti. Per costruire un soggetto politico che non sia la fotocopia, leggermente più scura, del partito di Berlu. Si parta dalle idee, quelle che al sindaco trombato sono completamente mancate e che i suoi futuri complici non hanno dimostrato di avere in abbondanza. Le sfide attuali sono diverse da quelle affrontate, in modo totalmente sbagliato, a Fiuggi. E gli uomini che vogliono essere protagonisti del futuro rappresentano proprio la stagione degli errori. Sono gli uomini e le donne che hanno avuto il potere e l’hanno sprecato nel peggiore dei modi. Non si può e non si deve ricominciare con chi ha sbagliato tutto. Come cantava Ranieri, è duro accettare di invecchiare avendo perso la poltrona e l’amore delle folle. Ma riproponendosi con lo stesso bagaglio di errori, non si va da nessuna parte. Il disastro elettorale ha dimostrato che la politica di destra-centro non interessa a nessuno. Eppure Aledanno e sodali vogliono riproporla, imporla. E non si chiedono perché mai gli elettori dovrebbero tornare alle urne. Per disperazione? per mancanza di alternative? Non è stato un motivo sufficiente per sostenere Aledanno così come non è bastato alle politiche ed alle amministrative in tutta Italia. Non basterà neppure in futuro. Ma, perlomeno, si farà chiarezza e si potrà pensare davvero ad un soggetto politico nuovo che non sia zavorrato da chi ha paura di invecchiare da solo.
Augusto Grandi
(da “Girano” – 2 luglio 2013)