La sala è stracolma di spettatori commossi: sul grande schermo scorrono le immagini della doppia invasione, nazista e sovietica, nella Polonia del 1939, una sequenza tragica che toccherà il suo culmine nella strage di oltre ventimila ufficiali dell’esercito polacco compiuta dai bolscevichi per ordine di Stalin. ‘Katyn’, il film realizzato da Andrzej Wajda nel 2007, è giunto finalmente in Italia. Un film bellissimo che rievoca uno dei più atroci e ignorati massacri del secolo scorso senza risparmiare alcun dettaglio dell’orrore, ma al tempo stesso senza cedere all’odio.
Il grande regista, già noto in tutto il mondo per aver realizzato capolavori come ‘Danton’ e ‘L’uomo di marmo’, fa scorrere davanti ai nostri occhi la dignità e il coraggio delle vittime, la tenacia e la fierezza delle donne e dei familiari che aspettano contro ogni speranza il ritorno a casa dei loro cari, l’angoscia di un’intera nazione schiacciata da due opposti totalitarismi che si rinfacciano la responsabilità dell’eccidio fino al trionfo della menzogna imposta dal vincitore sovietico e sostanzialmente accettata dagli Alleati occidentali. Solo dopo la caduta del comunismo la verità su Katyn ha smesso di essere un argomento tabù. Andrzej Wajda ce la riconsegna con uno stile solenne ed austero più efficace di qualsiasi invettiva. «Il mio film vuol essere un’elegia che tocca i cuori, non una clava da usare in una nuova guerra della memoria», ci aveva detto l’anziano regista in occasione dell’uscita del film in Polonia.
Adesso è arrivato anche nel nostro Paese ma solo pochi fortunati sono riusciti a vederlo. ‘Katyn’ viene proiettato in pochissimi cinematografi, 12 in tutt’Italia. Com’è possibile che un simile capolavoro non trovi spazio se non in circuiti ristretti o nei cinema d’essai? Non è certo colpa della società di distribuzione ‘Movimento Film’ il cui responsabile, Mario Mazzarotto, ammette sconsolato che «di ‘Katyn’ in versione italiana sono disponibili molte più copie di quante ne circolano attualmente, ma sembra che si stia facendo di tutto per boicottarne la visibilità ». Censurato e avvolto nella menzogna di regime per oltre mezzo secolo, Katyn è stato un nome difficile da pronunciare ad alta voce anche qui da noi. Nell’immediato dopoguerra ci fu chi venne sottoposto ad un vero e proprio linciaggio morale da parte del Pci di Togliatti per aver sollevato i veli sull’eccidio che porta il marchio sovietico. Vogliamo credere che quella stagione d’inquietante omertà sia archiviata per sempre. Ma allora come si spiega quest’ottusa preclusione delle nostre sale cinematografiche?
Forse perché ‘Katyn’ viene considerato un film di scarso richiamo e di magri incassi? Non è così. Certo, non farà concorrenza ai film-panettone di Boldi e De Sica ma c’è un pubblico interessato a vederlo. L’altra sera, a Milano, c’era gente in piedi ad assistere alla seconda (ed ultima!) proiezione del film di Wajda. E centinaia di persone, dopo aver fatto inutilmente la fila al botteghino, sono tornate a casa senza averlo potuto vedere. A meno di un ripensamento di qualche gestore, non avranno più un’altra occasione. Il che rappresenta un contro-senso anche dal punto di vista commerciale.
Ma ‘Katyn’ è un film che dovrebbe essere proiettato in tutte le scuole, un contributo al recupero di quella ‘memoria storica’ che politici ed educatori sottolineano sempre con grande enfasi. Invece in Italia viene relegato, ignorato e sottilmente boicottato. C’è di che vergognarsi: dopo i sovietici, siamo riusciti a censurare Katyn una seconda volta.
Luigi Geninazzi
(da “Avvenire” – 8 marzo 2009)
Il film KATYN è destinato ad avere MOLTE censure. Diciamone alcune. Intanto, delle fosse di Katyn furono incolpati i tedeschi durante il processo di Norimberga, e ciò dimostra quanto questo processo fosse obiettivo. Eppure è noto l’odio atavico che si portano dietro polacchi e russi, soprattutto se i russi sono bolshevichi ed i polacchi (ufficiali e sottufficiali) borghesi.
In Italia per lungo tempo NON si poteva disturbare il PCI, e NOi sappiamo bene il perché… faceva il doppio gioco. Il mito ufficiale era che la colpa doveva ricadere sui cattivi nazisti. In un secondo tempo, all’ epoca di Solidarnosch, era meglio…., tant’ è vero che da parte polacca si tentò un’operazione comunicazionale accusando i tedeschi d’aver ammazzato, proprio in qui luoghi, molti italiani ivi internati. Era un falso ma serviva per richiamare l’ attenzione del mondo occidentale sulla questione.
OGGI, abbiamo a presidente di “questa repubblica” un tale che nella sua veste di comunista (tipico comunista italiano), ebbe modo d’approvare la repressione ungherese, l’invasione Cèca, ed anche Katyn ed addentellati…. (quelli che NON ebbero la fortuna di essere trucidati direttamente a Katyn furono affogati nel lago gelato). Per sottolineare l’entità del secolare conflitto russo-polacco, ricordo di aver visto la fotografia, scattata nel 1919, dell’impalamento di un capitano polacco da parte dell’ armata rossa. OGGI, l’operazione Katyn, indipendentemente dal doveroso contributo alla verità… ma troppe pellicole ci vorrebbero, serve per favorire un solco fra UE e Russia, nell’interesse USA. Giorgio Vitali
Che su stragi varie attribuite ai “cattivi” tedeschi solo perchè hanno avuto la sventura di perdere la guerra continuino a circolare falsità è un dato di fatto. Ormai ci si scandalizza solo quando viene fuori la verità,come sulle foibe!
Non concocrdo con Vitali che Katyn favorisca il solco fra UE e Russia. La Germania ha accettato le sue colpe, sono state oggetto di film, documentari, mostre fotografiche, ecc. ora solo l’8% dei polacchi considera i tedeschi un nemico a differenza del 65% che tale considera la Russia. La Russia continua a negare i documenti, impedisce alle famiglie di sapere dove i propri cari sono stati sepolti, i tribunali russi hanno recentemente affermato che non è mica detto che a Katyn siano sepolti ufficiali polacchi, potrebbero essere a spasso per il mondo. Con gente del genere il solco è opportuno, anzi necessario. L’Europa, pur di vendere i propri prodotti in Russia è disposta a tutto ma ora nella UE c’è l’est e fintanto che la Russia non ammetterà le sue colpe pienamente il solco rimarrà. Non dimentichiamoci che è stata la Russia a minacciare l’agosto scorso la Polonia con le atomiche. Che i polacchi ridano ancor ogi della minaccia è un fatto ma che la minaccia sia stata fatta è pure vero. Katyn insegna agli occidentali chi sia stata l’Unione Sovietica e chi sia la Russia di oggi guidata dalla banda dei Cekisti. Sono 4 i milioni di polacchi uccisi dai Sovietici, Katyn è solo il simbolo del genocidio. Si ricorda l’olocausto, si ricorda il genocidio degli armeni ed il sig. Vitali vorrebbe un basso profilo sul genocidio dei polacchi per non irritare la Russia? Spiacente ma no grazie
Cari amici di Faber, ho fatto prima. Ho acquistato il libro tramite l’eterno Enzo Cipriano. Il pacco è appena arrivato. Voglio aprirlo con Voi. Un attimo.. Si è una verità storica celata dai carristi del PCI. In pratica da tutti i servi di Mosca.(lautamente pagati ). Norimberga: per legge, quella loro,si impose ai Vinti, di non indicare, commentare, usare per la lro difesa, fatti bellici commessi dagli alleati. Leggendo gli atti, 65 Comandanti di smg USA ed Inglesi, scagionarono Doenitz, proprio affermando di avere ricevuto i medesimi ordini circa i naufraghi. O altre necessità, per quanto crudeli, accadute nel corso della Guerra. Doenitz si scontò 10 anni. Il Comandante della Panzer Armee, solo 8. Era quel Comandante che, all’ottantesimo compleanno, si vide sfilare un reparco corazzato, nella Repubblica Federale, davanti casa. Era lo stesso Uomo che concluse l’ultima telefonata con Berlino, esclamando “ma allora fate la pace, imbecilli” ma Lui non poteva conoscere i bancomat e e carte di credito, neanche la coca cola. Per questo venne condannato. Oltre alla carcerazione, dal 1941, di Hess, unico inquilino di un carcere militare, Spandau, culminata con il Suo suicidio, ad 90 anni! Quante cose avrebbe potuto dire, anche da vecchio, da celare per sempre? E questa è la ns Storia.
Beppe
Invoco un movimento di opinione che si rivolga direttamente al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per invitarLo ad intervenire sui responsabili delle catene di distribuzione cinematografiche italiane affinchè il film KATYN venga proiettato nella misura che merita e non solo in otto misere copie che girano pochi cinema parrocchiali.
Tutto è vero ed estremamente pietoso, ma………… nessuno si è chiesto che fine abbiano fatto i 694.000 militari polacchi fatti prigionieri dai tedeschi di cui il 97% non ha fatto ritorno in Polonia nel 1945. Questi 680.000 circa militari non saranno morti con un colpo alla nuca, né furono mai trovati i loro cadaveri, né in divisa, né tutti assieme come i 4.500 di Katyn, ma sono comunque tutti morti violentemente per mano tedesca, di fame, di fatica, di gas o di calci! Perché non ci si attiva anche per questi, forse perché i tedeschi sono cristiani e i sovietici sono atei?
O forse perché la Germania è occidentale e l’URSS era orientale?
Perché mai ad onor di cronaca non ci si chiede e si chiarisce che i sovietici abbiano voluto e realizzato due eserciti polacchi, uno formato dalle truppe del generale Anders di 125.000 militari e l’altro dei restanti 100.000 che formarono col generale Berling l’Armia Ludova (esercito polacco comunista). Entrambi questi eserciti polacchi combatterono contro i tedeschi, uno assieme agli inglesi e l’altro assieme ai sovietici.
L’esercito di Anders lasciò alla fine del 1941 l’URSS col pieno consenso di Stalin.
L’ONORE polacco fu mantenuto ed esaltato esclusivamente da questi due eserciti e dai partigiani in patria nel sola via che imponeva ad ogni polacco di combattere i nazisti.
Da queste informazioni si desume che la stragrande maggioranza degli ufficiali e soldati (250.000) fatti inizialmente prigionieri dai sovietici abbiano di fatto, grazie all’URSS, poi combattuto contro il vero loro nemico che era la Germania nazista.
Katyn avvenne sette mesi dopo essere stati fatti prigionieri, forse i sovietici dopo sette mesi cinicamente avevano concluso che questi militari non erano politicamente recuperabili nell’ottica politica di quel momento. I sovietici non potevano sopportare di ospitare dei reazionari ed, obtorto collo, il vero onore dei polacchi imponeva loro (anche a quelli di Katyn) di ricercare l’occasione, qualsiasi, pur di poter combattere, anche assieme ai sovietici, contro i bestiali tedeschi che stavano massacrando la loro Patria. Non c’erano realisticamente spazi diversi da quelli proposti dai sovietici. L’onore polacco fu riconquistato in Libia, a Montecassino, in Olanda dall’esercito di Anders e nella stessa Polonia dall’esercito dell’Armia Ludova. Che la Polonia dopo la guerra sia rimasta nella sfera sovietica era assolutamente inevitabile date le suddivisioni politiche tra Est ed Ovest risultate dallo svolgersi della guerra in cui, pur di distruggere il cancro nazista, si dovette passar sopra anche all’onore spiccio.