Il neo ministro tecnico della Giustizia, Paola Severino, è alle prese con un caso che sta ‘affascinando’ milioni di italiani: «Non trovo la scrivania di Palmiro Togliatti, primo ministro della Giustizia del dopoguerra. E’ un simbolo storico. La sto cercando, ma non la trovo…».
Una disperazione comprensibile, soprattutto considerando che l’ultimo ad averla usata è stato il comunista Diliberto, che ha poi confessato di averla fatta ‘mimetizzare’ nell’ufficio di un funzionario, così da non rendersi complice di un sacrilegio: farla toccare dal suo successore di centrodestra. La speranza è che la scrivania venga trovata al più presto, così da verificare se nei cassetti sia rimasta la lista, redatta nel dicembre 1936, coi nomi dei comunisti italiani riparati in Unione Sovietica da eliminare perché considerati «elementi negativi» o «troskisti». Lista firmata da «Ercoli», cioè il nome in codice di Palmiro Togliatti… La storia dei comunisti italiani fucilati o reclusi nel lager dell’Unione Sovietica negli anni Trenta è nota, meno la stretta collaborazione con la polizia segreta sovietica nelle persecuzioni dei propri ‘compagni’ di alcuni alti dirigenti del Partito comunista italiano.