Sono trascorsi 7 mesi dal suicidio elettorale della creatura politica finiana. In quei tempi, i fedelissimi di Gianfry erano attivissimi anche nei social network. Con dovizia di particolari e dotte dissertazioni filosofico-culturali, costoro spiegavano al colto ed all’inclita le proprie posizioni, ma soprattutto argomentavano come scelta ideale ed in linea coi valori di sempre la nascita di “Futuro e Libertà”. Visto il risultato decretato dalle urne, ai futuribili fu restituita un’ampia ‘Libertà’, mentre il ‘Futuro’ apparve subito incerto. Oggi, sorge spontanea la curiosità di sapere che fine abbiano fatto. Perciò, ho indagato, studiando la loro presenza su twitter, quello che fu il social network privilegiato.
Il più attivo è sicuramente Roberto Menia, che si divide tra esami di coscienza e partecipazioni ai dibattiti per l’unità della destra. Non se ne perde uno, intervenendo come coordinatore nazionale (sigh!!!) di Fli. Scrivendo di «tabula rasa e di fondo del barile», starà forse pensando al suo sodale di immersioni sottomarine, che di ‘tabule rase’ è un esperto conclamato? Carmelo Briguglio, solitamente tra i più spavaldi, ha cambiato strategia di comunicazione e prevalentemente ritwitta pensieri altrui, dando l’impressione di essersi ibernato per troppi anni, visto che arriva ad auspicare addirittura «una destra che sostituisca il culto del capo». Italo Bocchino, invece, si affida all’intercessione di Papa Francesco, che twitta di «perseveranza, speranza e grazia», per chiedere il miracolo di tornare tra i banchi di Montecitorio. L’ideologo finiano per antonomasia, Filippo Rossi, dopo essere sceso repentinamente dal cavallo perdente, ha deciso di puntare su Matteo Renzi, considerato «l’unica soluzione». Il sindaco fiorentino, visti i precedenti rossiani, sta realizzando debiti scongiuri. Fermi alla fatidica settimana di febbraio, i due ex rautiani Flavia Perina e Fabio Granata. Lei, la sera prima dello spoglio elettorale, aveva già intuito qualcosa ed utilizzato una metafora botanica, evocando un giardiniere che «per ridare vitalità all’albero genealogico… sappia almeno zappare» (scriveva nel suo blog). Lui, dopo aver timidamente pubblicato alcuni risultati elettorali, è scomparso da twitter, si è ritirato a pensare ed ha deciso di seguire il consiglio della collega parlamentare, investendo il suo tempo nella creazione di una ‘cosa verde’: “Green Italia”, convinto che «un’economia e una società ‘green’ sono la risposta più efficace, più promettente ai grandi problemi che ci assillano».
Dulcis in fundo, il gran capriolatore Gianfranco Fini, che prima delle elezioni si premurava di ringraziare una militante, individuandola come la «forza» di Fli. Visti che i consensi non furono molti, avrebbe potuto dedicare almeno un tweet a ciascuno di loro…
Hem, Fabio, non ho quasi mai utilizzato Twitter (di cui ho dimenticato la psw da tempo immemorabile). Se ti interessano notizie su di me ho una pagina su Fb.
Se non sbaglio Menia e Terzi sono riapparsi ad Atreju per elemosinare un posticino, magari in vista delle europee…
Caro Fabio, però questo non è nemmeno sparare sulla Crocerossa, che è eticamente riprovevole, ma che è accaduto anche troppe volte, nel corso dei conflitti moderni. Questo è sparare sul nulla. Fai bene, ma a mio parere la lettura degli eventi dovrebbe essere inversa: erano dei liquidatori fallimentari e, come tali, hanno assolto al loro compito. Al resto penseranno le loro laute pensioni. Quanto a noi, personalmente rivendico il fatto di aver individuato la natura di certi soggetti fin da giovane, e di essere conseguentemente scomparso, salvo un breve incidente iniziale in AN (nessuno è perfetto, io meno degli altri…). Aggiornerei dunque il titolo in: “Chi li aveva mai visti…?”
dei diversi critici e super critici del passato, c’è qualcuno che ha le palle per guardare al futuro e riuscire a tracciare una rotta che sia condivisa?? ne dubito…
Complimenti Fabio. A seconda dell’ottica possono essere interpretati o come doppi o come a metà!!
“… degli uomini piccoli e delle piccole cose” avrebbe titolato Nietzsche…
l’importante è garantire una poltroncina…
Gian Michele, Spigoli è a tua disposizione…
Europa, tempus fugit
Al Museo degli Errori
perché ancora ne parliamo ???? ………politicamente (ovviamente)
La poltroncina non può mancare. C’è gente che ha “dato la vita” (in senso traslato) per la medesima. Cioè ha venduto tutto, anche se medesimo, ammesso e non concesso che avesse un’identità, ovvio…
E se non c’è la poltroncina basta anche uno strapuntino… Tutto tranne che tornare nel mondo normale (nel quale, si presume, non avrebbero nessun ruolo)
Non abbiamo posto in Europa per gente simile (…siamo gia’ pieni). Che vadano a lavorare o a godersi la “meritata” pensione del Parlamento Italiano che in fondo non e’ cosi’ malvagia se solo si considera quante famiglie non riescono ad assicurare il pranzo e la cena.
Personalmente vedo alla scomparsa di FLI (e dei suoi componenti) come alla degna fine di un progetto mai iniziato. Quella degna fine che certe altre figure non meno ridicole si ostinano a non perseguire, riciclandosi in mille modi per dimostrare (più a loro forse che ad altri) l’ esistenza di “qualcosa” di diverso alla sinistra (o forse, ma questa è una tesi maliziosa, per non mollare la poltrona). Ho usato “qualcosa” perchè non si proclamano più nemmeno di “destra” (e aggiungo anche per fortuna) … non si schierano più neanche a parole, neanche trattando determinate tematiche “dell’ ambiente”, neanche facendo opposizione ormai… rintanati in uno stantio silenzio da catacomba, o al massimo fingendosi disponibili al confronto con sindaci sinistri (quasi come Rossi fa con Renzi…però a Roma) tanta è la paura di essere messi in croce: sia mai richiamarsi a qualcosa di concreto, di reale… qualcosa che nel più vago aspetto ricordi le vere origini del decantato “ambiente”. “Eh ma la politica cambia…”, sì ma qualcuno stia attento a non imitare passo passo Fini.
Il direttore Perina è troppo intelligente per non comprendere che quanto è accaduto (spero non volontariamente) ha disintegrato la destra italiana. Astenersi critiche a Berlusconi.Si parla della destra.Non di altro!
Se volete, una volta o l’altra, vi racconto come venni cacciato a calci nel culo dal troppo intelligente direttore Perina, perché cercavo di parlare di scuola seriamente, mentre loro volevano siparietti alla “Provaci ancora Prof.”. Meritavano di scomparire: andassero a chiedere l’elemosina…
Marco Cimmino non aspettare, raccontalo adesso.
Beh, Ciccio, è una storia semplicissima: io avevo una rubrica (con grande fantasia, aveva lo stesso nome di quella di Repubblica…il che mi avrebbe dovuto far capire che aria tirava). Io cercavo di alternare scenette ed aneddoti (come volevano loro) a discorsi piuttosto seri sulla drammatica situazione della scuola e sull’incapacità del ministro (di cdx) ad affrontarli. Dopo un paio di amichevoli inviti a restare nell’ambito della farsa (onde evitare critiche alla ministra), sono stato posto di fronte all’alternativa: o cambiavo registro o mi levavo dalle palle. Mi sono levato falle palle, rinunciando a ben 50 euro lordi ad articolo e lasciandoli a combattere la loro nobile battaglia culturale. Questo è quanto…
…tra un po’ anche un’altra formazione di destra sarà da cercare a chi l’ha visto…..
Gianfranco chi??
Non dimentichiamo però che l’innominabile ha potuto fare quello che ha fatto nel complice silenzio-assenso di tanti che oggi gli sputano addosso. Quando nel novembre 2003 con altri 3 scalcagnati ( “quattro scalcagnati” è la definizione che ci appioppò su un quotidiano del giorno dopo un fratello d’Italia) andai a fischiare pubblicamente Fini a Milano, a guidare la repressione del dissenso fu ‘Gnazio.
Buono ‘Gnazio…festa tricolore a Bergamo, conferenza di Blondet e del sottoscritto: arriva questo bel tipetto, butta l’occhio e dice ai suoi: andiamo via che questi sono due coglioni! Peccato che, accanto a lui ci fosse ma moglie, che poi me l’ha detto. Un gentiluomo, oltre che un intellettuale di alto profilo. Magnasau’!
I vecchi vizi della dirigenza missina romano centrica, sono passati ad An rinforzandosi.
Ora? Si, sono spariti tutti. Ma troppe volte si confonde la militanza, o chiamatela come vi pare, con l’elettorato, che ragiona “semplice”, quindi non ti vota più perché dopo 19 anni ti ha ritenuto incapace di fare, fare, fare, fare, fare ….altro che evaporare
Ho riletto, ora basta, falla finita, sei fuori strada, ma insomma la vuoi smettere di prenderci in giro? Basta! Il capriolatore non è un sub, ma un subbetto da villaggi vacanze. Chiaro? Lo dico a nome della categoria…. ah ah ah
Ciò che non mi è piaciuto di Fli non è tanto il tradimento degli elettori di destra che avevano votato per certe scelte da fare e non altre, non è aver restituito fiato e potere a una sinistra fin lì intellettualmente esausta e che con quella spinta è tornata al potere (mostrando la medesima stanchezza e impotenza intellettuale)… No. Ciò che non ho tollerato di Fli sono stati proprio i (pur scarsi) contenuti programmatici ed ideologici. Il “Manifesto per l’Italia” è il compendio più banale e verboso di una liberal-democrazia assai noiosa e moderna come la sfinge. Il tutto permeato da un diffuso garantismo giacobino antiberlusconiano, del quale erano però morbidi parvenu a confronto di ben più violenti e convincenti predecessori nel settore dell’antiberlusconismo militante. Fli non si è staccato dalla costola di un elefantiaco e immobile Pdl per dar vita (come era atteso, com’era sperabile) a un movimento che tornasse alla destra popolare da cui proveniva, ma si è invece orientato a un liberal-democratismo di centro-sinistra, come un PSDI de noantri, dando – nell’acme del suo effimero fulgore – appoggio convinto al governo golpista e impopolare più dannoso dell’intero dopoguerra. Cosa poteva restare se non cenere e stridor di denti?
In sintesi Fini è sempre stato un affabulatore ‘solo chiacchiere e distintivo’ come direbbe l’Al Capone di Bob De Niro, un arrampicatore sociale, e male fece Giorgio Almirante a non rendersene conto nei giorni in cui il suo delfino esibiva la più intransigente fedeltà… agli ideali di destra; e male fece il cavaliere a sdoganarlo dal fascismo, quando iniziò a mostrare interesse per un conservatorismo di stile europeo.
Insomma la domanda è: quest’uomo è un traditore un ‘capriolatore’ come lo definisci tu? O più semplicemente un opportunista del quale qualcuno in tempi non sospetti aveva intuito il carattere?