Nei giorni scorsi, un’inchiesta giornalistica (più simile allo spionaggio, grazie ad una giornalista infiltrata sotto falso nome con telecamera nascosta) realizzata nei confronti di una comunità giovanile politica ha denunciato alcuni comportamenti considerati disdicevoli e, udite udite, pericolosi per la democrazia italiana. Perciò, da circa dieci giorni, i media progressisti stanno puntando su questa inchiesta per depotenziare (o, per meglio dire, ‘sputtanare’) il Governo e il primo partito d’Italia.

Intanto, oggi a Milano, senza bisogno di giornalisti infiltrati e di telecamere nascoste, i Giovani Democratici (costola giovanile del Pd) hanno evocato lo scempio di piazzale Loreto (quello che anche un antifascista come Ferruccio Parri, vice comandante del Cln, definì una “macelleria messicana”) nei confronti dei militanti di Gioventù Nazionale.

Se è innegabile che una battuta sui forni crematori (assai sfruttata politicamente, in questi giorni, insieme all’inchiesta di cui sopra) sia squallida, soprattutto se pronunciata da chi avrebbe velleità politiche, cosa si potrebbe dire del gruppo giovanile del più grande partito della sinistra che, senza provare la minima vergogna, sfrutta la macabra e vigliacca esposizione dei cadaveri di Mussolini, Claretta Petacci ed altri per una battaglia politica?

Un’azione, assai consueta nei social (anche ad opera di alcuni insospettabili), che dimostra quanto siano ancora vivi i germi dell’odio, sparsi, ancor più da quando la destra è al governo della Nazione, da tanti cattivi maestri che quotidianamente distribuiscono lezioni di democrazia.

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