L’Italia sembra condannata a rimanere inchiodata per l’eternità a polemiche catacombali. Durante il suo viaggio in Israele il sindaco di Roma Alemanno si è rifiutato di considerare, in blocco, il fascismo “il male assoluto” condannando invece, senza se e senza ma, le leggi razziali. Apriticielo. Tutte le suorine di sinistra (oltre che la comunità ebraica), sono risorte, indignate. Veltroni ha affermato: «Non è possibile scindere le sue cose» e, non contento si è dimesso dal Museo della Shoah («Mi ferisce quel tentativo di esprimere un giudizio ‘doppio’ sul fascismo»). Un deputato Pd: «Difficile poter definire come “male assoluto” politico un’esperienza politica che per vent’anni ha soppresso le libertà». E così via. Prima di addentrarci in ragionamenti più complessi facciamo una riflessione semplice. Il fascismo negli anni Trenta ebbe un consenso quasi plebiscitario (“Gli anni del consenso” di Renzo De Felice). È ragionevole pensare che tutti i nostri nonni o padri (non parlo del mio che fece quindici anni di esilio per fuggire al fascismo, dico in generale) fossero tutti dei mascalzoni, dei seguaci del male assoluto, e quindi “male assoluto” essi stessi; mentre noi figli o nipoti saremmo tutti migliori di loro? Ma andiamo.
Il “male assoluto” non esiste. Non nella testa di chi lo concepisce. Per Hitler il “male assoluto” erano gli ebrei. Vogliano metterci, concettualmente, al suo livello? In realtà la categoria del “male assoluto” è una creazione recente, di derivazione americana, che ha la funzione strumentale di farci sentire – poiché ci contrapponiamo al Male – dalla parte del Bene e incapaci di fare il Male. Una divisione così manichea è puerile e, oltretutto, non aiuta a capire perché si crearono certi fenomeni storici.
Il fascismo fu una dittatura. Ma ebbe perlomeno un’idea di Stato e di Nazione che cercò di realizzare con una certa pragmatica coerenza. Ebbe una politica nient’affatto stupida in campo economico, amministrativo e sociale. L’Iri quando fu creato, nel 1933, fu un’intelligente risposta alla gravissima crisi economica che aveva scosso l’America e l’Europa dopo la crisi del ’29. Nel dopoguerra democratico divenne quel baraccone spartitorio che ha sperperato centinaia di migliaia di miliardi. La burocrazia. Mussolini ebbe l’intelligenza di tenere in debito conto la burocrazia perché si rendeva conto che nessuno Stato può reggere senza una burocrazia efficiente. E un tecnico come Beneduce ebbe carta bianca. Il fascismo sfruttò con una certa duttilità le possibilità dirigentistiche insite in un sistema dittatoriale. Gli anni Trenta in Italia furono poi un periodo di straordinaria vivacità culturale non solo nei settori tradizionali della letteratura e della pittura ma anche in quelli più moderni dell’architettura e dell’edilizia sociale fino a discipline attualissime come il design industriale (qualcuno ricorderà, forse, la mostra milanese “Annitrenta in Italia” del 1982). Insomma il fascismo non fu solo retorica, propaganda slogan, labari e fasci. Anche se, naturalmente, tutte queste cose ci furono e umiliarono l’intelligenza, oltre che la libertà, degli italiani. In una prospettiva storica delle distinzioni vanno fatte e non si può condannare in blocco il fascismo come “male assoluto” solo perché fu una dittatura (peraltro la meno sanguinaria” del ‘900 anche se ebbe anch’essa i suoi crimini infami: oltre alle leggi razziali quelli compiuti fra gli altri, su Gramsci, su Gobetti, sui Rosselli).
Altrimenti dovremmo concludere che a tutta la storia dell’umanità (Cesare, Impero romano, i re medioevali di diritto divino, Napoleone) ha vissuto nel “male assoluto” fino all’avvento del Bene, la Democrazia.
Un’altra polemica catacombale è stata scatenata dalla frase del ministro La Russa, che durante le celebrazioni dell’8 settembre, presente Napolitano, ha chiesto rispetto per i militari della Rsi. Possibile che sia così difficile capire che mentre i partigiani si battevano per la libertà, altri giovani italiani andarono a morire per Salò in nome di valori, l’onore e la lealtà, che allora avevano un significato? Infine trovo grottesco celebrare l’8 settembre, il giorno del “tutti a casa”, il giorno della vergogna italiana quando dopo aver confermato lealtà all’alleato (Badoglio: «La guerra continua a fianco dell’alleato tedesco») lo pugnalammo alle spalle mentre era impegnato in una lotta per la vita e per la morte. Con quell’alleato non bisognava allearsi. Ma non c’è niente di nobile, né da celebrare, nell’aver cambiato campo, passando con i vincitori nel momento in cui si profilava la sconfitta.
Massimo Fini
(da “Il Gazzettino” – 12 settembre 2008)
l’articolo del Sig. Fini (domanda: ma Massimo Fini corrisponde ad un giornalista che si firmava Radar qualche anno fà? ) mi pare voglia fare una reprimenda a certi luoghi comuni ancora sfruttati da chi non sa trovare parole per giustificare le proprie incapacità politiche, progettuali, organizzative e si accorge di non reggere il paragone con le conquiste sociali create dal fascismo di Mussolini.
Non capisco però perchè per forza di cose deve sempre dare una botta al cerchio ed una alla toga. Mi spiego: perchè ricorda i “crimini infami” su Gramsci, su Gobetti, sui Rosselli (ma se ne potrebbero aggiungere altri – Matteotti e Don Minzoni tanto per citarne altri due famosi) come se fossero sicuramente omicidi deliberatamente eseguiti dai fascisti?
Scende sullo stesso piano di chi si scandalizza per le condanne a metà di Alemanno.
Se si fa un esame serio delle situazioni, tutta questa sicurezza non esiste, o per lo meno non esiste in tutti i casi da lui nominati. E visto che spesso vengono accomunati fascisti italiani e nazisti tedeschi, per quale motivo non vengono accomunati ebrei di qualsiasi parte del mondo con gli israeliani delle stragi nei campi palestinesi? E perchè allo stesso modo non vengono accomunati i comunisti italiani con Pol Pot o con le guardie rosse cinesi?
Indubbiamente festeggiare l’otto settembre a me sembra una fesseria, ma anche i discorsi che fa Fini (potenza di un cognome) in linea di principio non si discostano molto.
Caro Gioca,
la risposta ai suoi interrogativi, credo possa essere questa:
il motivo per il quale Fini si sente tenuto ad una analisi sintetica, ma il più possibile completa del ventennio fascista, consiste semplicemente nel fatto che MF, a differenza di altri (Lei compreso), non è schierato a difesa di una parte contro l’altra.
Quando vorrà indicarmi dove nell’articolo di MF siano “accomunati fascisti italiani e nazisti tedeschi”, potrò allora tentare di comprendere il suo sofistico-parallelismo tra ebrei-di-qualsiasi-parte-del-mondo e gli-israeliani-delle-stragi-nei-campi-palestinesi.
Detto questo, resta da osservare che insinuare velatamente una accusa di filosionismo (od anche di filiocomunismo) nei confronti di Fini, significa o che proprio non si conosce il suo pensiero, o che ci si è fatti veramente ottenebrare il cervello dalla propria appartenenza politica.
Riguardo a Gobetti e Gramsci, poi, sarei curioso di sapere, se avrà la gentilezza di renderlo noto, quali sarebbero le circostanze che la inducono a giudicare dubbia l’ipotesi che si sia trattato di crimini “deliberatamente eseguiti dai fascisti”?
Per la cronaca:
Gramsci venne incarcerato e morì solo pochi mesi dopo il suo rilascio avvenuto alla fine del conflitto, a causa delle conseguenze che il lungo stato di dura detenzione aveva prodotto sulle sue condizioni fisiche (ora: dal momento che all’epoca del suo arresto, l’Italia – mi dicono – era uno Stato fascista, se non sbaglio in uno Stato fascista è chi ne controlla le istituzioni che può mandarti in galera. E penso che qualora ti ci mandi lo faccia “deliberatamente” e non inconsapevolmente).
Gobetti morì in seguito ad un pestaggio a sangue subito ad opera di squadristi neri su preciso ordine di un gerarca (Farinacci, se non erro). Ma forse Lei ha il dubbio che si trattasse di antifascisti camuffati, giusto?
Per quanto riguarda infine, Matteotti e Don Minzoni, attendo di conoscere le piste che condurrebbero a mandanti estranei al fascismo per tali omicidi (non uso il termine “crimini infami”, visto che sembra urtare la sua sensibilità).
Caro Nexus,
aveva ragione la mia maestra di terza elementare quando mi ricordava che nello scrivere, dopo il punto a volte è obbligatorio andare a capo di un successivo rigo: si stacca meglio il discorso e si sezionano i concetti. Se nel mio scritto fossi stato attento ad andare a capo con la parole “E visto che spesso…” si sarebbe compreso che il discorso tornava in ambito generale e non si riferiva alle parole di MF, ma ad un uso generale di sproloqui che si sentono un giorno si e l’altro pure.
La mia “parte”, suppongo politica, io la difendo quando giudico giusto difenderla, non per partito preso: quello è un esercizio che lascio fare agli stolti ed ai prezzolati.
Il dubbio sui fatti di sangue, mi deve dare atto, ho specificato in via generale “..questa sicurezza non esiste. o per lo meno non esiste in tutti i casi..” e mi riferivo alla morte dei fratelli Rosselli (che come Lei credo saprà non esiste prova sicura che siano stati i fascisti, ed esiste anche un sospetto molto preoccupante su altra persona che fascista non era).
Se poi ci vogliamo dilungare sugli altri casi, è chiaro che è vero quanto Lei afferma, non ho certo documenti che possano smentire la versione ufficiale, tuttalpiù si può allargare il discorso sia su Gramsci, sia su Matteotti (per esempio, perchè il Gramsci una volta uscito dal carcere avendo possibilità di emigrare e raggiungere i suoi cari ha preferito rimanere in Italia?? Io la risposta non la conosco, però il fatto mi incuriosisce- oppure, riferendomi a Matteotti, una volta, tanti anni fà, sentii mettere in relazione il suo nome con quello di un tale Nicola Bonservizi: ma chi era?? anche questa è una storia che mi incuriosisce.)
Per concludere ho una sensibilità che rientra nella media delle persone normali, e dire “crimine infame” non urta la mia sensibilità, la giudico solo un’espressione ridondante: ogni crimine è intrinsecamente infame, altrimenti non sarebbe un crimine.
Dimenticavo: Sig. Nexus, ma quale parte del mio scritto velatamente accusa MF di filosionismo o di filocomunismo?? Me lo spieghi per favore, perchè tale idea non mi è minimamente passata per la testa. Io non parlo di ottenebrazione, ma lei mi ricorda il Cardinal Mazzarino.
[quote: gioca]”quale parte del mio scritto velatamente accusa MF di filosionismo o di filocomunismo?? Me lo spieghi per favore, perchè tale idea non mi è minimamente passata per la testa.”
Salvo ritenere che Lei prediliga la tecnica di criticare un articolo senza riferirsi al pensiero in questo espresso, ma preferendo tirare in ballo “l’ambito generale” (come Lei stesso spiega essere avvenuto con il punto-a-capo “dimenticato”), e che la prediliga fino al punto di sauturare il Suo commento con argomenti estranei a quelli dell’autore, la risposta alla Sua domanda mi sembra emergere dalle seguenti Sue testuali parole:
“Scende sullo stesso piano di chi si scandalizza per le condanne a metà di Alemanno.
Se si fa un esame serio delle situazioni, tutta questa sicurezza non esiste, o per lo meno non esiste in tutti i casi da lui nominati. E visto che spesso vengono accomunati fascisti italiani e nazisti tedeschi, per quale motivo non vengono accomunati ebrei di qualsiasi parte del mondo con gli israeliani delle stragi nei campi palestinesi? E perchè allo stesso modo non vengono accomunati i comunisti italiani con Pol Pot o con le guardie rosse cinesi?”
Ossequi.
P.S.: Grazie per l’illustre paragone; ma non faccia torto al cardinale Mazzarino!
Lungi dal possedere l’acume di quest’ultimo, io – date le mie ben più modeste capacità di analisi – mi limito ad attribuire alle dichiarazioni altrui null’altro senso se non quello palese del significato fatto proprio dalle parole e dal loro contesto.
per carità!!!
forse mi sono espresso male, ma di MF non penso quello che lei ha capito. Lo leggo da vari anni, solo che ogni tanto potrebbe essere meno “ridondante” per fare le analisi.
E spero che ora io sia stato chiaro. Non ho alcuna intenzione di riscrivere la storia, ma non ho neppure alcuna intenzione di subire passivamente gli eccessi di notizie non sempre provate ma che in continuazione vengono ripetute. Da qualsiasi parte provengano.
Tanto per essere chiaro, io non possiedo neppure una camicia nera e spesso uso abbigliamento che dà sul rosso, ma ciò non concorre minimamente a formare la mia coscienza, allo stesso modo come non concorrono le frasi capziose che mi vengono rivolte da chi spesso non sa rimanere distaccato dal problema durante una discussione.
E qui spero sia finita questa “querelle”.
Distinti saluti
[quote: gioca] “E qui spero sia finita questa “querelle”.”
Le assicuro che lo sperei anch’io, visto che ritiene opportuno spostarla sulle Sue preferenze cromatiche in materia di abbigliamento (A se ci tiene a saperlo: i miei colori preferiti sono il nero ed il verde; meno l’azzurro, meno ancora il rosso).
Tuttavia, mi trovo costretto a chiederLe un cortesia. Ovvero rinunciare, per una volta, alle ambiguità ed alle allusioni che evidentemente Le sono care (e La comprendo: generalmente fanno tanto comodo quando si vuole accreditare una versione senza avere gli argomenti per sostenerla).
Quindi se ritiene che io non sappia “rimanere distaccato dal problema durante una discussione” e che le abbia rivolto “frasi capziose”, … beh, allora lo dica direttamente senza usare forme impersonali che potrebbero prestarsi alle mie malevoli interpretazioni; magari circostanziando l’accusa con specifici riferimenti, se non è troppo disturbo.
Se invece preferisce fare il superiore, e limitarsi a divagare con il classico
“non ho alcuna intenzione di riscrivere la storia, ma non ho neppure alcuna intenzione di subire passivamente gli eccessi di notizie non sempre provate ma che in continuazione vengono ripetute. Da qualsiasi parte provengano”,
allora le faccio i colplimenti per la brillante via d’uscita scelta per troncare il discorso.
Rinnovo i miei ossequi.
Dopo aver letto “Intellettuali sotto due bandiere” e quattro numeri di “La nostra badiera” giornale degli israeliti
fascisti, ed aver saputo che tirava 15mila copie qualche dubbio può sorgere. Levi e Ascoli fondarono il fascio
di Venezia, Finzi a Ferrara, Levi il direttore del giornale di Farinacci era ebreo, Foà la sua segretaria anche.
Finzi capo della polizia nel 24-25 (delitto matteotti) era ebreo, e così il console generale della milizia Liuzzi, a capo delle camicie nere volontarie in spagna , peraltro caduto in battaglia a guadalayara. ebrei erano molti dei volontari nella grande guerra, nella marcia su Roma, e su Fiume. Non si può ignorare che il fascismo fu ben poco riconoscente nei loro confronti. Le a volte sbandierate discriminazioni volute da Mussolini verso ebrei allor detti meritevoli , vedi Ovazza , Morpurgo, Finzi etc. non valsero a nulla : anch’essi trucidati.
No : anche i fascisti che sempre parlano di tradimento, tradirono. E come !