Tutti ricorderete l’apologo di Menenio Agrippa. Il tribuno romano utilizzò membra, stomaco e testa per realizzare una metafora sul corpo umano e spiegare la sua idea di Stato. Più umilmente, in questo blog posso predisporne uno alla Vissani, utilizzando il minestrone per spiegare la mia idea in vista delle prossime elezioni. Per realizzare un buon minestrone necessitano alcuni ingredienti ben diversi tra loro, così che nell’unione all’interno del pentolone possano dare vita ad un sapore unico ed irripetibile, sfruttando le qualità di ciascuno. Premesso ciò, se io pisello (con la mia storia fatta di germoglio, piantina, baccello e grani) decidessi di unirmi a carota, fagiolo, zucchina e, perché no, anche a rapa per dar vita ad una buona minestra di verdure, volendo però mantenere la mia identità di pisello, perché dovrei accettare di mischiarmi e confondermi realizzando un amalgama insipido? Perché dovrei rendermi complice di una mescolanza dove non si riuscirebbe a distinguere alcun singolo ingrediente e dove tutti acquisirebbero un sapore ibrido? A ciò aggiungerei il rischio grave ed inevitabile che qualche sapore più forte (e talvolta meno gradevole…) possa prendere il sopravvento.

3 pensiero su “L’apologo del minestrone insipido”
  1. la mescolanza degli ingredienti, da qualcuno, è definita arte, per dar luogo ad un complesso gradevole, come dici tu.
    Ci vorrebbe un bravo cuoco, ma chi è veramente consapevole di esserlo? Ci si dovrebbe affidare ad uno staff di persone, che unite tra loro, mettendo in pratica l’esperienza e l’estro creativo, valutando le scelte giuste, possano creare un buon banchetto.

  2. Perché un pisello da solo non lo mangia nessuno?
    Scherzi a parte, il problema qui non è di identità. Tu pensi che da liberale il PDL sia la mia patria ideale?
    Con i socialisti, con la destra sociale della Mussolini? Con le idee sulla droga di Fini?
    Il punto non è affermare la propria identità. Il punto è che la settimana prossima O Berlusconi con il PDL O Veltroni con il PD andranno a governare.
    Questo a prescindere da ciò che scelgo io. Se voglio sperare di influenzare la cosa, devo scegliere di votare o per l’uno o per l’altro. Sai quanti mi han detto: perché non votare il PLI?
    A CHE SERVE?
    Quando poi il PLI fa il 2% e gli dicono grazie ed arrivederci, a che cosa serve?
    E allora la domanda è: CHI TEMO DI PIU’ tra Berlusconi e Veltroni?
    La mia risposta è Veltroni.
    Quindi voto PDL.

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