Era il 2001: lo sguardo profetico di Giorgio Gaber li raccontò con maestria nella canzone “Il potere dei più buoni”:
“penso ad un popolo multirazziale, ad uno stato molto solidale che stanzi fondi in abbondanza perché il mio motto è l’accoglienza… Penso al problema degli albanesi, dei tunisini, dei senegalesi, bisogna dare appartamenti ai clandestini, anche ai parenti, ed agli zingari degli albergoni coi frigobar e le televisioni… E organizzo dovunque manifestazioni… Penso che bello sentirsi buoni usando i soldi degli italiani… È il potere del più buoni, che un domani può venir buono per le elezioni…”