Nel 2020, in preda ad un raptus demagogico e trascinati dalla sterile antipolitica grillina, tutti i partiti (più per paura di un ipotetico giudizio popolare che per convinzione) hanno approvato il taglio drastico dei parlamentari (da 945 a 600), ottenendo un risparmio annuo dello 0,01% per le casse dello Stato (fonte “Sole 24ore”), cioè 1,35 euro per cittadino in 365 giorni. Un irrilevante risparmio realizzato a spese della partecipazione, della rappresentatività e del rapporto diretto tra cittadini ed eletti, in un sistema politico già in grosse difficoltà di immagine e di credibilità. Per recuperare partecipazione, rappresentatività e un miglior rapporto dei cittadini coi propri rappresentanti, nonché sottrarre la lista degli eletti (avete letto bene, “eletti” non candidati) alle segreterie dei partiti e limitare l’antipatica transumanza delle candidature, il nuovo Governo abbia il coraggio di reintrodurre le preferenze. E se sarà veramente coraggioso, potrebbe abolire i senatori a vita, che, senza prendere parte attiva alla vita parlamentare, risultano decisivi nella formazione e nella tenuta dei Governi traballanti.