La spesa per l’acquisto dei pop corn si è dimostrata uno spreco: circa 40 minuti trascorsi invano nell’attesa di qualche spunto interessante o accattivante tra le parole di Gianfranco Fini. Se n’è rammaricata anche Lucia Annunziata che, in chiusura, ha confessato di aver “sbagliato l’intervista”: nessuna accusa a Giorgia Meloni, nessuna cattiveria su Silvio Berlusconi, tanto meno qualche rivelazione sugli anni che l’hanno visto al potere, quando è arrivato a flirtare addirittura col presidente Napolitano e alcuni magistrati, ovviamente prima di essere invischiato nell’affare di Montecarlo. Nel complesso un’intervista inutile, dopo almeno cinque anni di assenza dai salotti televisivi. Però, alcuni passaggi meritano di essere sottolineati.
L’antifascismo: sul tema Giorgia Meloni si è dimostrata molto più avanti, quando nel discorso da Presidente del Consiglio ha ricordato che proprio l’antifascismo militante, negli anni ’70-’80, ha causato lutti e dolori in tante famiglie dei giovani militanti di destra. Eppure lei è nata in quegli anni, mentre lui quegli anni li ha ben conosciuti. Caro Gianfranco, il nome ‘Acca Larentia’ ti ricorda qualcosa? Eppure, eri proprio lì dopo l’assassinio di tre militanti del Fronte della Gioventù.
La fiamma tricolore: secondo lui, quella nel simbolo di FdI sarebbe quella di Alleanza nazionale non quella del Msi, che a sua volta, però, era quella nel simbolo di An. Nel gioco delle tre carte (o delle tre fiamme), Gianfranco sarebbe quasi imbattibile. Ma questa volta il trucco non è riuscito bene. La storia di quella fiamma tricolore, oggi nel simbolo di FdI, comincia nel lontano 1946.
I diritti civili: l’Annunziata gli ha offerto una cartuccia da sparare, dando un consiglio al Presidente del Consiglio e Gianfranco su cosa è andato a soffermarsi: i diritti civili, a riprova che a distanza di anni la lezione non gli è servita. Lui è ancora quello di Fli, della destra repubblicana allo 0 virgola qualcosa per cento, lo stesso che aveva sconquassato An e l’elettorato di riferimento già in occasione del referendum per la procreazione assistita.
Il ritorno in politica: lo ha escluso a chiare lettere, ma la frase che “si può lavorare anche senza incarichi” è preoccupante… per chi o per cosa?
In sintesi, Fini può tranquillamente tornare a studiare e ragionare (anche sui “cittadini europei di religione musulmana”, come ha annunciato, seppure non ci siano ancora conclusioni, c’è tempo…), per tanti altri anni la politica italiana può fare a meno di lui.