I progressisti europei (diligenti allievi di quelli italiani) generano sensazioni alterne tra la pena e il ridicolo. Non intendono mai rispettare il voto dei cittadini, ricorrendo a qualsiasi trucco per aggirare le brucianti sconfitte elettorali.
Evocano il fantasma della dittatura; mettono insieme banane e pere senza alcun progetto politico, ma come semplice sommatoria di numeri; chiamano a raccolta la piazza, che troppo spesso diventa pericolosa e violenta; indicano gli avversari politici come nemici, meritevoli di qualsiasi attacco.
Loro, i ‘democratici’. Quelli che evocano in continuazione il rispetto delle costituzioni e un anacronistico antifascismo come unico collante. Anche quello militante, che tanti lutti e danni ha già provocato negli anni ’70 e ’80.