Il processo per la strage di Bologna mi ha insegnato che non bisogna credere ciecamente alle sentenze e che si deve sempre alimentare un informato spirito critico, soprattutto per i processi legati agli ‘anni di piombo’, alle stragi e dintorni.
Perciò, non si tratta di commentare il tweet gioioso di Gad Lerner ricordando che Adriano Sofri, leader di “Lotta Continua” (movimento extraparlamentare di sinistra, nel quale ha militato anche Gad), dopo un lungo iter giudiziario (in 12 anni 14 sentenze), compreso un processo di revisione, è stato condannato definitivamente dalla Cassazione a 22 anni di carcere come mandante dell’omicidio del commissario Calabresi.
Sebbene, giova ricordare che, proprio il giornale di Lotta Continua, “nel titolo e nell’editoriale di Sofri aveva sostanzialmente plaudito all’omicidio e c’era stata anche una riunione del Direttivo di LC in cui si era discusso se attribuirsene anche materialmente la paternità” (Massimo Fini, “Il Fatto Quotidiano” del 16 gennaio 2014).
Invece, mi resta una curiosità: cosa accadrebbe nei media se, per esempio, Marcello Veneziani facesse pubblicamente gli auguri di compleanno a Giusva Fioravanti, ricordando “gli anni vissuti dalla parte giusta”?
Come ha ben ricordato Massimo Fini nello stesso articolo, “il giornale Lotta Continua era famoso per pubblicare foto, nomi, indirizzi, percorsi, abitudini dei fascisti o presunti tali, alcuni dei quali aggrediti sotto casa, specialità della ditta, sono finiti in sedia a rotelle”.